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#ltis13 – la mia esperienza finora

Quando la IUL ha annunciato il Massive Open Online Course connettivista (cMOOC) “Laboratorio di  tecnologie internet per la scuola, #ltis13, organizzato da Andreas Formiconi, avevo già seguito un paio di altri suoi corsi online, però da cyberturista, senza iscrivermi. Questa volta invece mi sono iscritta: perché era un primo MOOC italiano, e perché, in base a quei precedenti corsi, riprometteva di essere interessante vedere come Andreas Formiconi avrebbe applicato lo stesso approccio connettivista con un gruppo molto più numeroso.

Quel che mi ha sorpresa all’inizio è stato che non soltanto siamo in tanti a parteciparvi, ma le nostre previe formazioni ed esperienze nel campo di quelle tecnologie internet erano molto diverse.  Anche i nostri atteggiamenti verso di esse. Perciò mi chiedevo come poteva riuscire l’amalgama tra tutti questi elementi in un progetto comune.

Disponibilità allo scambio e alla collaborazione

Però una caratteristica  molto forte comune ai partecipanti è emersa immediatamente nei tanti commenti ai primi post di Andreas: la volontà e capacità di interagire. Non soltanto di reagire al “post del prof”, ma di interagire tra noi. I commenti dei blog sono fatti per questo, ma – nella mia esperienza almeno – non è così frequente che avvenga. Certo, era stato così anche negli altri corsi di Andreas, ma in quelli non eravamo tanti. Però può darsi che questa interazione alta in #ltis13 sia stata facilitata dalla presenza di diversi altri che come me, avevano seguito quei corsi, in particolare #linf12. Cioè in un certo modo, abbiamo fatto da “madri” (nel senso del pane) all’interazione in #ltis13.

Ma ovviamente, un fattore molto importante è il modo in cui Andreas imposta i suoi post, che incita al dibattito costruttivo, sconcertandoci. In un commento al blog di un partecipante che aveva iniziato dopo,  avevo riassunto un po’ brutalmente i primi post #ltis13 come “disarcionamento maieutico”.

Pochi strumenti semplici e approccio formativo dei problemi

Inoltre, Andreas non da mai per scontate conoscenze e competenze previe. Da qui, ad es.,  il primo compito di farci tenere un  diario sul computer per diversi giorni – cosa che tutti sapevamo già fare – prima di chiederci di aprire un blog. E la scelta di farci utilizzare e combinare poi pochi strumenti collaborativi semplici,  dandoci però mezzi e metodo per capirne la struttura. E per non spaventarci quando qualche modo di adoperarli  andava storto, ma di perseverare esplorando  alternative. In effetti, lui ci ha dato l’esempio di quell’arricchimento a partire di un problema nei suoi tentativi di post a partire dal telefonino: una foto, un podcast audio poi sistemati dal computer, spiegando nei post e nei commenti cos’era successo.

E il risultato di questo approccio, combinato con la disponibilità iniziale dei partecipanti a comunicare per collaborare, è stato impressionante.

Esempi di problemi

Ho partecipato a due attività con strumenti online imparentati strutturalmente a quelli presentati da Andreas: la traduzione collaborativa in italiano di una FAQ di Diigo (lo strumento che usiamo per condividere i nostri segnalibri) con il Google Translator Toolkit, e la sottotitolazione con Amara. Gli altri partecipanti scoprivano questi strumenti, io li avevo già utilizzati prima. In tutti e due  i casi, ci siamo imbattuti quasi subito in bug che causavano grossi problemi:

Traduzione collaborativa

Nel caso della traduzione collaborativa, normalmente quando si fornisce al Google Translator Toolkit un testo da tradurre, il software lo suddivide frase per frase e mette ciascuna frase in una casella nella colonna di sinistra – e mette in caselle corrispondenti nella colonna di destra la traduzione automatica di Google della frase, dove può essere modificata (o cancellata del tutto). Invece nel nostro primo tentativo, c’erano molte più suddivisioni, quasi tutte arbitrarie. Risulatato: un’interfaccia molto meno comoda di un editore di testo online, tipo Piratepad o un doc Google Drive che tutti conoscevamo già.

Però non abbiamo rinunciato:  una volta identificata la causa (una fesseria: il testo originale di Diigo aveva tanti doppi spazi inutili tra parole che il software del toolkit interpretava come fini di frasi) e rimediatavi, abbiamo potuto usare il toolkit normalmente. Abbiamo iniziato un rapporto su questa esperienza in un pad di PiratePad. La cosa che mi ha più impressionata è stata l’uso efficace e veloce della funzione “commenti” del toolkit per risolvere assieme problemi lessicali.

Sottotitolazione

Per quanto riguarda la sottotitolazione con Amara, il problema è insorto in una traduzione di sottotitoli. Un po’ come nel toolkit, sopra, il software di Amara propone ciascun sottotitolo originale in una casella, con sotto un’altra casella dove tradurlo. Ogni volta che si salva per interrompere il lavoro, viene creata una revisione datata che si può in teoria ripristinare in caso di problemi troppo numerosi per essere comodamente risolti sottotitolo per sottotitolo.

Però ogni tanto, se si aggiorna una serie di sottotitoli caricando un file, o se si fa un ripristino del genere, colpisce un bug più volte riportato da marzo 2012: le altre traduzioni in corso di sottotitoli per lo stesso video vengono sostituite da un file “caricato da utente in pensione” (uploaded by retired user) e il contenuto delle loro revisioni precedenti viene cancellato. Se si prova a modificare queste traduzioni, non c’è più quell’interfaccia con le due caselle per ogni sottotitolo, ma soltanto quella per creare sottotitoli dal video.

Ed è appunto successo con un video di cui Monica Terenghi aveva appena iniziato a tradurre i sottotitoli in italiano, quando qualcuno ha provato di aggiornarne i sottotitoli portoghesi (brasiliani) tramite caricamento: niente più interfaccia di traduzione né revisioni, solo la possibilità di aggiungere nuovi sottotitoli in base al video per tutte le traduzioni in corso. Nelle mie previe esperienze di questo bug, questo causa di solito l’abbandono di traduzioni in corso, anche da parte di utenti provetti di Amara,  perché è molto più difficile tradurre direttamente dal video.

Invece Monica, pur non capendo quel che era successo, ha subito trovato un’alternativa: ha aperto i sottotitoli originali in un’altra scheda del browser e li ha tradotti da lì nella pagina dei sottotitoli italiani. L’uovo di Colombo, insomma.

#ltis13 continua

Forse #ltis13 si concluderà il 12 giugno dal punto di vista amministrativo della IUL, però continua. Quella padronanza degli strumenti adoperati che consente ai partecipanti di esplorarne altri e di non perdersi d’animo davanti a problemi tecnici ma di cercare e trovare soluzioni non è ancora stata raggiunta da tutti gli iscritti. Alcuni sono rimasti indietro per cause varie completamente legittime, in primis a causa dei loro impegni di lavoro. L’impostazione di #ltis13 consente loro di proseguire al proprio ritmo, con una rete di partecipanti pronti ad aiutarli in questo.

Inoltre l’effetto di #ltis13 non si limiterà ai suoi partecipanti, ma loro saranno in grado di trasmettere le competenze acquisite  a colleghi che non hanno partecipato a #ltis13 con i quali vorranno creare progetti specifici: competenze nell’uso di quegli strumenti che serviranno a quei progetti, ma anche la sicurezza nell’esplorarne altri e nell’affrontare eventuali bug che si presenteranno.

PS sulla forma

All’inizio volevo scrivere questo post come con una macchina da scrivere, senza link e senza formattazione, così da renderlo leggibile a chi non ha dimestichezza con gli strumenti Web 2.0. Poi era un buon esercizio: tendo a fare troppi link, scusa facile per non esplicitare il ragionamento.  Però una spataffiata così lunga senza titoli intermedi sarebbe stata davvero indigesta, e comunque questi si possono fare con i software su computer da decenni, allora ne ho aggiunto. Poi forse aggiungerò anche qualche link dopo, lo stesso.


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Web 2.0 e video 2.0 (Mojiti) [2007]

Mi ero completamente dimenticata di questo primo tentativo di video tutorial che avevo caricato su blip.tv a febbraio 2007. Per lo stesso motivo per il quale è anche il mio ultimo tentativo: è brutto forte.

Lo stesso, quando l’ho ritrovato per caso questo pomeriggio, l’ho ricaricato su YouTube per poterlo sottotitolare, perché Mojiti era una stupenda applicazione di annotazione sociale di video.

Era stata molto eccitante l’esperienza del classico video  “Web 2.0… The Machine is Us/ing Us” di Michael Wesch che, su Mojiti,  veniva ricoperto da annotazioni, poi da 2, 3 10, tantissimi strati di annotazion. E tutte queste annotazioni si potevano anche disattivare se si voleva guardare il video, oppure scaricare come file .srt, cioè una trascrizione con l’indicazione precisa del momento in cui ciascuna era stata fatta. Perciò ne conservo un ricordo nitido – anche se avevo completamente dimenticato  questo  tentativo di video tutorial Web 2.0 e video 2.0 (Mojiti)

(Pagina per la sottotitolazione: http://www.amara.org/en/videos/KTdvIOl2QYho/info/web-20-e-video-20-mojiti/ )


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Sottotitoli: attenti al bug di Amara! #ltis13

Ieri tutti i sottotitoli in corso a partire dalla pagina http://www.amara.org/en/videos/cAxUVvevQqil/info/what-the-internet-is-doing-to-our-brains-epipheotv sono stati colpiti da un bug di Amara, ivi compresi i sottotitoli italiani ai quali Monica Terenghi stava lavorando.

Come ho scritto nel commento datato June 3, 2013 at 1:00 am al post “Sottotitoliamo insieme? #ltis13” questo bug colpisce a volte, ma non sempre, quando qualcuno aggiorna un set di sottotitoli tramite un upload di sottotitoli fatti altrove, oppure quando ripristina una versione precedente di un set di sottotitoli.  Il bug affetta i sottotitoli in corso e:

  1. li sostituisce con una versione che appare come “uploaded by retired user” nella lista delle revisioni dei sottotitoli (nel caso dei sottotitoli italiani di Monica, si tratta della Revision 2 ); di conseguenza, non è più possibile utilizzare l’interfaccia di traduzione con una casella dove tradurre sotto ogni sottotitolo: la sola possibilità – in Amara – è di tradurre direttamente dal video.
  2. cancella il contenuto delle revisioni precedenti, impedendo così di ripristinarle o almeno di scaricarle.

Congratulazioni a Monica che pur avendo appena cominciato a sottotitolare, non si è persa d’animo e ha semplicemente continuato a tradurre nelle difficili condizioni descritte in 1.

Però mi dispiace molto: siccome da un po’ di tempo, il bug non aveva colpito, credevo che gli sviluppatori di Amara lo avessero finalmente eliminato. In effetti, è almeno dal 22 marzo 2012, quando Amara si chiamava ancora Universal Subtitles, che è stato ripetutamente segnalato loro da utenti, persino nel caso di un video per la cui sottotitolazione “crowdsourced” Amara aveva un contratto con le Nazioni Unite: vedi Critical issue with uploads and rollbacks: software deletes/mangles subtitles and revisions.

Avessi saputo che invece il bug era ancora attivo, avrei proposto un’altro strumento online di sottotitolazione – anche se Amara rimane per altri versi lo strumento più facile da imparare a utilizzare: questa facilità non compensa casini di questo genere.

Ma gli sviluppatori sviluppano, non sottotitolano. Ed è probabilmente più stimolante per loro  elaborare gimmick dall’utilità dubbia (vedi Scrap the team dashboard page)  che non eliminare un mero bug, quali che ne siano le conseguenze devastanti per la sottotitolazione.

Come procedere?

Per le sottotitolazioni già in corso su Amara,

  • nel caso di una traduzione di sottotitoli: scaricate i vostri sottotitoli tradotti  sul computer ogni volta che fate “Save and Exit”, come file TXT e anche, se avete quasi finito, come file SBV o SRT, e aggiungete al nome del file il numero della revisione: sarà possibile riutilizzare questi file su un’altra piattaforma di sottotitolazione, oppure con il Google Translator Toolkit.
  • nel caso di una prima sottotitolazione nella lingua del video: se ci sono già traduzioni in corso, non fate aggiornamenti via upload e non ripristinate una versione anteriore dei sottotitoli.

Per nuovi video che desiderate sottotitolare o di cui desiderate tradurre sottotitoli esistenti, indicateli in un commento a questo post, e decideremo assieme come procedere.


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Sottotitoliamo assieme? – #ltis13

Veramente, con le allusioni all’uso che avevo fatto dell’applicazione web di sottotitolazione Amara per trascrivere i post audio di Andreas, un po’ intendevo vedere se ci sarebbe interesse per un’attività di sottotitolazione collaborativa.

Da una parte, sottotitolare video collaborativamente è facile e li rende molto più fruibili, non solo dai sordi – questo è ovvio – ma da tutti, e potrebbe anche essere integrato in attività di apprendimento. Ma dall’altra, #ltis13 è un laboratorio molto impegnativo, in un momento dell’anno scolastico dove i docenti hanno già tantissimi impegni.

Però alcuni di voi si sono già lanciati da soli – vedi Tutorial Prezi con sottotitoli di Anna Cilia – ed altri sembrano interessati: Luisella ha proposto di sottotitolare un tutorial video in inglese su Diigo.  E c’è il precedente “#linf12” quando Roberta, Laura e Flavia, che non avevano mai  sottotitolato prima, hanno sottotitolato i tre video in Una piccola introduzione alla nuvola – #linf12 con Amara, usando ciascuna l’applicazione a modo suo, in pochissimo tempo. Per quell’attività mi ero limitata a buttare qualche indicazione in italiano sulle funzioni basilari di Amara in http://piratepad.net/linf12-ST : e questo pad si potrebbe riutilizzare.

Cosa sottotitolare?

Quel che volete. Ho iniziato una lista in http://piratepad.net/ltis13-video-tutorial che rispecchia i post / commenti taggati “video-tutorial” nel gruppo Diigo ltis 13 – cioè https://groups.diigo.com/group/ltis13/content/tag/video_tutorial . Per ciascun segnalibro, ho anche aggiunto in un commento l’URL della/e pagina/e Amara (ma vedi sotto, “Con che cosa sottotitolare?”) dove si può sottotitolare i/l video incluso/i nella cosa “segnalibrata”.

Se decidete di sottotitolare un altro video, aggiungetelo per favore in http://piratepad.net/ltis13-video-tutorial oppure nei commenti a questo post , indicando anche l’URL della pagina di sottotitolazione collaborativa,.

Come sottotitolare?

Ci sono due tipi di sottotitoli:

  1. incisi nel video stesso tramite software desktop di video editing, cioè “open captions”
  2. scritti come testo con indicazioni temporali – “time codes” – che li sincronizzano con il video, cioè “closed captions” [1]

I sottotitoli “open captions” non possono essere creati collaborativamente, quindi propongo di creare sottotitoli “closed captions”

Con che cosa sottotitolare?

I sottotitoli closed captions non necessitano software particolari: ci sono geek meticolosi che li scrivono con un qualsiasi editor di testo. Quindi in teoria, si potrebbero anche fare con PiratePad o NotePad++.  Però così è facile sbagliare qualcosa nei codici temporali. Ci sono tre applicazioni web che facilitano questa sottotitolazione  “closed captions” collaborativa, con le quali ho abbastanza dimestichezza per sentirmi in grado di dare una mano, se necessario:

  • Amara (già menzionata): interamente collaborativa – senza limite di lunghezza – richiede login
  • DotSUB: collaborativa per tradurre sottotitoli originali già fatti ma sottotitolazione originale – solo per video < 25 minuti –  richiede login
  • Subtitle Horse: interamente collaborativa – senza limite di lunghezza – non richiede login ma si può salvare il lavoro sul server soltanto per 4 giorni.

Per ora, come detto sopra, nella lista in http://piratepad.net/ltis13-video-tutorial , ho aggiunto gli URL delle pagine Amara dove si può fare la sottotitolazione perché era più semplice fare così, e anche per via della previa esperienza positiva con Amara durante #linf12, che ha prodotto http://piratepad.net/linf12-ST , che è  una specie di tutorial in italiano su Amara. Ma se volete provare un’altra modalità,  basta che indichiate dove si può collaborare alla sottotitolazione.

Creazione di  account Amara: due caveat

Se scegliete di adoperare Amara,  state attenti a due cose nel crearvi un account:

1. Nella pagina Sign In / Sign Up,  cliccate  su “Don’t have one?” e utilizzate il dialogo che si apre. Non utilizzate la possibilità di creare l’account Amara attraverso varie altre applicazioni web: meglio tenere le cose separate, e inoltre, ci sono problemi con gli account creati attraverso un’altra applicazione: vedi Asking For Email Verification – Again? sul forum d’aiuto di Amara.

2.  In cima a tutte le pagine  Amara appare un annuncio:

Cattura di schermo dell'offerta di connessione tra il proprio account YouTube e sottotitoli fatti con Amara - la traduzione del contenuto verbale segue l'immagine

Traduzione delle parti scritte: “YouTube ™ – Hai un account YouTube? – Novità: Attiva sottotitoli tradotti ed originali nel tuo canale YouTube! – Connetti con YouTube – No, grazie.”

RIFIUTATE QUESTA OFFERTA  cliccando su “No, thanks” – a meno di sapere molto bene l’inglese, di aver tempo per leggervi accuratamente la documentazione e la formula di autorizzazione, e di decidere in cognizione di causa che volete autorizzare Amara a gestire completamente il vostro account YouTube, in particolare a schiaffare nella descrizione dei vostri video ouTube un link a una pagina di sottotitolazione che consentirà a vandali e spammer di aggiungere roba volgare o altrimenti inappropriata in “sottotitoli” ad essi, senza alcuna possibilità per voi di moderare la pubblicazione di questi sottotitoli.

Da dicembre 2012, quando questa possibilità è stata offerta, ci sono state richieste di cancellazione per letteralmente migliaia di pagine di sottotitolazione create dal software a causa di questa sincronizzazione tra account YouTube e sottotitoli Amara. Al 1° aprile i gestori di Amara, che non adempivano a queste richieste da fine febbraio, hanno annunciato che d’ora in poi la cancellazione di tali pagine potrebbe soltanto essere richiesta attraverso una denuncia per violazione di copyright di tipo “DMCA takedown request”: una procedura tortuosa e assurda nel caso di pagine create da questa sincronizzazione tra il proprio account YouTube e sottotitolazioni Amara: vedi la FAQ What are the notice and takedown procedures for web sites? del sito Chilling Effects.

Ciononostante Amara rimane probabilmente l’applicazione web più comoda per sottotitolare collaborativamente, a patto di non autorizzarla ad impicciarsi dei vostri account di social networking o YouTube,

Perché sottotitolare?

Ci sono vari motivi per i quali conviene sottotitolare i video. In generale:

  • La sottotitolazione rende il contenuto audio del video accessibile ai sordi, e i materiali adottati a scuola devono essere accessibili a tutti
  • La sottotitolazione facilita il reperimento di un dato passo in un video, quindi i video sottotitolati sono più comodi per lo studio.

Per quanto riguarda la sottotitolazione “closed captions”, poiché è prodotta da un file di testo sincronizzato col video, quel file di testo:

  • può essere riutilizzato con altre copie dello stesso video
  • può generare una trascrizione interattiva dove si può cliccare su un sottotitolo per far partire il video da quel punto, come avviene ad es. su YouTube
  • può anche generare una trascrizione continuata senza indicazioni temporali – vedi quella in Tutorial Prezi con sottotitoli di Anna Cilia

Inoltre, la sottotitolazione “closed captions” può essere dirottata per fare altre cose con un video:

  • aggiungere semplici annotazioni, anche  in vista di un editing del video (se Andreas è d’accordo, potremmo provare ad es. a preparare così la suddivisione del video della sua presentazione a Didamattica in più pezzi brevi)
  • preparare lo script di una descrizione audio dei contenuti visivi di un video che sono necessari alla comprensione, per persone cieche: anche questo è uno dei requisiti di accessibilità per i materiali utilizzati a scuola, ed è un utile esercizio linguistico che si potrebbe fare con gli allievi [2].
  • ecc.

Sottotitolazione “a karaoke” per/da allievi con difficoltà di lettura?

La sottotitolazione “a karaoke” delle canzoni di Bollywood viene utilizzata dalle TV indiane per migliorare l’alfabetizzazione, come risultato del progetto PlanetRead di Brij Khotari. Questo ha ispirato Greg McCall l’idea di far creare questi sottotitoli a karaoke dai suoi allievi che hanno difficoltà di lettura: vedi il suo sito Bouncing Ball Project – e i loro lavori nel suo canale YouTube, ad esempio l’ultimo,  Same-Language-Subtitling Macbeth Witches – Round about the cauldron go:

Bello, però non ci sono applicazioni Web per la sottotitolazione “a karaoke” collaborativa. Greg e i suoi allievi utilizzano il software desktop  karafun, che non è più disponibile come editor. Tuttavia esiste tuttora un altro software, TunePrompter, le cui versioni per Mac e per Windows possono essere scaricate da http://www.griffintechnology.com/support/tuneprompter . E siccome anche i sottotitoli a karaoke sono prodotti da un file di testo sincronizzato, ma con codifica diversa da quelli “closed captions”, si potrebbe provare ad utilizzare un editore di testo online per collaborarvi.

(forse continua)

[1] La sottotitolazione “closed captions” fa parte dell’affascinante tribù  delle cose basate su XML: vedi il post OPML-XML-HTML-aggregatori-tagging – #ltis13 di Andreas

[2] In http://bit.ly/audiodescription, nel 2011,  avevo descritto un esperimento di dirottamento di Amara per scriptare una descrizione audio del video  Autismo. Manuale operativo per docenti e genitori, di Lidia Cattelan,  con risultanti file audio e trascrizione. Però sembra che siamo molto vicini alla possibilità di aggiungere queste descrizioni di contenuti visivi come un’altra pista tipo “closed captions” ai video, che il browser “leggerà ad alta voce”, con possibilità di fermare il video mentre lo legge.


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Di Giuliana Finotello: giusto e molto divertente!

donnatecno

Post32: taggo quindi sono, ovvero, data mining do-it-yourself

pollicino1

Taggare i propri interessi. In un mondo in cui fluiscono fiumi di parole, ci si accorge all’improvviso che diventa complicato individuare questo o quell’argomento solo con due o tre parole.  E’ un paradosso: SEMPLIFICARE è COMPLICATO!

Allora queste parole vanno pensate, pesate, riviste, inquisite, metabolizzate. Devono essere parole uniche, semplici, non troppe.

Sono importanti perchè, se scelte in modo accurato, ci possono far trovare la strada.  Altro che Pollicino: un dilettante!

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Generare un rapporto Diigo – #ltis13

Come spiega Andreas in uno dei tutorial su Diigo in http://iamarf.org/2013/05/16/iniziamo-a-taggare-ltis13/ , quando si guarda una pagina Diigo in modalità “Best for Edit or Manage” (meglio per modificare o gestire), ci sono caselline  accanto ai link che consentono di selezionarli e di sottoporre quelli selezionati a diverse azioni elencate nella lista a tendina “More actions…” in cima:

  • Delete (Cancellare)
  • Send to (Spedire a)
  • Generate report (Generare un rapporto – vedi sotto)
  • Revise tags (Rivedere i tag – controllare che sia attivata l’opzione add tags [aggiungere tags] e non quella replace tags [sostituire i tag])

Se si sceglie “Generate a report” (generare un rapporto), il rapporto sui segnalibri selezionati si apre una pagina popup, che si può modificare, selezionare e copiare – e quindi incollare altrove. Il rapporto include anche i commenti ai segnalibri ma non gli autori dei segnalibri né dei commenti, purtroppo. Però questo dati si potrebbero aggiungere a mano.

Problema: nei gruppi Diigo, sembra che la visualizzazione con caselline sia offerta solo ai moderatori – e me ne sono accorta soltanto dopo aver generato gli esempi che seguono. Stupido, però la soluzione per i non moderatori sarebbe di aggiungere i segnalibri che si vogliono includere in un rapporto nella propria “Library” (biblioteca), e di fare il rapporto da lì.

Esempi di rapporti allo stato brado, generati il 24 maggio 2013 tra le 11:00 e le 11:40:

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Diigo: trucchi per chi sa poco l’inglese

Vedi: http://iamarf.org/2013/05/16/iniziamo-a-taggare-ltis13/ e i comment

Navigare nei video in italiano di Andreas

Per quanto riguarda le azioni da fare con Diigo, le indicazioni sono sì in inglese, ma i video di Andreas le spiegano chiaramente in italiano. Per navigarvi facilmente, potete attivare i sottotitoli automatici di YouTube dal pulsante rettangolare con le righine in calce al player, con  “Sottotitoli”  che appare quando ci passate su col mouse.

  •  Cliccate sul pulsante, poi scegliete “Italiano (sottotitoli automatici)”.
  • A quel punto potete far scorrere il video velocemente finché ritroverete il posto giusto.

Inoltre, potete ottenere una trascrizione interattiva di quei sottotitoli automatici nella pagina YouTube originale del video:

  • Cliccate sul bottone YouTube, anche quello in calce al player embeddato nel post per aprire la pagina originale.
  • Qualche riga sotto il player della versione originale, sulla destra, ci sono delle icone piccole, di cui una con righine e una barra scura, con “Trascrizione” che appare quando ci passate su col mouse.
  • Cliccatela: si apre la trascrizione prodotta dai sottotitoli automatici e cliccando su una riga, farete partire il video dal punto corrispondente.

Certo, questi sottotitoli automatici – e quindi la trascrizione interattiva – sono imprecisi, a volte ridicoli: vedi qui.  Però a questo fine di navigazione nei video, già aiutano. (Per più informazioni su quei sottotitoli automatici, cfr. YouTube: Guida introduttiva per sottotitoli e trascrizioni). Poi se ci sono degli interessati, potremmo anche fare versioni umanamente – e più precisamente – sottotitolate di questi video italiani su Diigo.

Traduttori automatici

Se ci sono indicazioni di Diigo non spiegate da quei video italiani, potete provare a tradurle con il traduttore automatico di  Google – o se preferite, di Bing. Vantaggio di quello di Google: si può cliccare sulle parole della traduzione proposta per vedere traduzioni alternative. Inoltre, c’è una pagina Informazioni su Google Traduttore  in italiano, mentre l’aiuto di Bing è solo in inglese.

Con tutti e due, è anche possibile tradurre un’intera pagina Web, inserendone l’URL invece di un testo. Però non funziona per pagine che richiedono un login, perché i software di traduzione non possono loggarsi. Per pagine protette da login, bisogna fare un copia – incolla.

Traduzione collaborativa

Ci sono diversi strumenti online per tradurre collaborativamente: i più semplici – ad esempio Piratepad – richiedono più organizzazione preliminare (per indicare chi vuol tradurre cosa e cosa è stato effettivamente tradotto, e conservare una copia completa del testo originale). Poi ci sono anche strumenti dedicati proprio al tradurre insieme, più adatti per testi lunghini, però richiedono l’iscrizione: il Translator toolkit di Google.
Se c’è interesse per una traduzione del genere, si potrebbe provare con un gruppgruppetto, forse?


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Taggare à la Maigret – #ltis13

A proposito di:

http://iamarf.org/2013/05/06/lo-strano-modo-ltis13-di-trovare-le-cose/ e http://iamarf.org/2013/05/11/taggo-quindi-sono-ltis13/ e discussioni nei commenti rispettivi, e http://piratepad.net/ltis13-tag .

Antefatto

Un tempo, nella letteratura sull’insegnamento delle lingue, insistevano tanto sulle “Wh- questions”:  Who (Chi), What (Cosa), Where (Dove), Why (Perché), When (Quando) e How (Come) – a volte, Which (Quale).  Come se fosse una nuova scoperta. E a vedere i risultati di una ricerca di Wh- questions in Google, non è finita.

Ma va! Anzitutto “How” mica inizia con Wh-. Poi quella è solo una versione ridotta delle domande dell’indagine criminali che circolavano già nell’antichità: Quis, Quid, Ubi, Quibus auxiliis, Cur, Quomodo,  Quando –  chi, cosa, dove, con quali mezzi, perché, in che modo, quando. Mi era venuta l’idea di scrivere una “Grammaire de Maigret”, usando estratti dei romanzi di Simenon dedicati al Commissario – e anche in omaggio all’omonimo Louis Meigret, che nel ‘500 scrisse Le tretté de la grammere françoeze e fu il primo a chiedere una riforma dell’impossibile ortografia francese, che stiamo ancora ad aspettare.

Ma  ho rinunciato: ci sarebbero stati grossi grattacapi di copyright e soprattutto, ci avevano già pensato i retori antichi ad applicare quelle domande agli enunciati.

Taggare à la Maigret

Rimane che queste domande servono per capire la sintassi di una frase, ma anche per descrivere e riassumere un testo. Quindi se le teniamo in mente quando aggiungiamo dei tag a un segnalibro di un testo – nel senso lato, includendo enunciati video, audio ecc – questo ci facilita molto la formulazione di quei tag:

  • Chi? Nome dell’autore
  • Cosa? Temi trattati (un tag per tema)
  • Dove? Dove è stato pubblicato (editore, città, paese in tag separati)
  • Quando? Quando è stato pubblicato – di preferenza sotto forma anno-mese-giorno, o solo anno se non ci sono dati completi, o qualcosa come non-datato se non si trova la data
  • Con quali mezzi? ad es. testo,  video, audio, gioco, applicazione (per tablet, per LIM…)
  • Come? Come si presenta la ricerca (riflessione, informazione, strumento…)? Qual’è l’approccio dell’autore  costruttivismo, connettivismo….)
  • Perché?  A  cosa serve (ad es. se si tratta di un’applicazione), ma anche motivazione e destnatari

Chiaro: non è necessario avere dei tag per ogni domanda, e viceversa si possono avere più tag per certe domande. E l’ordine dei tag non importa.

Nel contesto di *ltis13 dove i tag serviranno a identificare possibili partner, è particolarmente importante il tag “nome dell’autore”. Quindi per i blog con nomi strani – come questo, Bloglillon – è utile dare questa informazione da qualche parte: nel menù di navigazione, o nella pagina statica About / Su di me.

Il foglio elettronico che non c’è

Nel commento 54 a http://iamarf.org/2013/05/11/taggo-quindi-sono-ltis13/ avevo accennato alla possibilità di creare un modulo basato su queste domande per riordinare i tag proposti in http://piratepad.net/ltis13-tag  e ottenere così un foglio elettronico dove verrebbero raggruppati secondo queste domande. Poi si sarebbe potuto esportare come  file .csv – cioè di testo semplice con valori separati da virgole – che è un formato particolarmente aperto a ulteriori trasformazioni, grazie alla sua semplicità. Ci ho rinunciato perché i tag proposti in http://piratepad.net/ltis13-tag  ormai sono troppi. Ma mi è venuta un’idea di variante…

(forse continua)

Aggiornamento: l’idea era di aprire  direttamente il foglio elettronico Drive, senza passare dal modulo, di incollarvi tutti tag della lista PiratePad nella prima colonna, poi di utilizzare le altre per vari tipi di annotazioni. Interessante, a patto di non cercare di annotare ogni singolo tag. Ma soggettivo.


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Niko Donburi: Dear Linden, Dear Linden (2007) – #ltis13

L’idea del video Niko Donburi: Dear Linden, Dear Linden (2007) mi è  dalla discussione su Second Life tra Gianni, Nadia, Andreas e me nei commenti a Prove di inserimento (embed) in blog WordPress.com – #ltis13 di Andreas,  a partire dal commento #14 di Gianni .

Come per i falsi video che ho utilizzato per trascrivere audipost di Andreas, anche questa volta ho prodotto il video a partire da un file mp3 (scaricato da http://www.reverbnation.com/nikodonburi/song/8768417-dear-linden-dear-linden ) con iKaraoke TunePrompter, solo che questa volta l’ho <b>anche</b> utilizzato per fare dei sottotitoli “a karaoke”. Per il testo dei sottotitoli ho sfruttato quello dato da Niki Donburi stesso in Dear Linden, Dear Linden nel suo blog Songs about Second Life, adattandolo alla versione audio.

Per chi si è dichiarato interessato ad esplorare la sottotitolazione: i sottotitoli possono essere semplicemente tradotti da quelli inglesi a partire da http://www.amara.org/it/videos/wVu19mgUPO49/info/niko-donburi-dear-linden-dear-linden-2007.

Video