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Ragazzi e strumenti collaborativi

In Servizi di scrittura collaborativa e un primo progetto – #loptis, Andreas Formiconi scrive, a proposito di Piratepad:

(…) Una vostra collega mi scrisse una sera disperata perché aveva coinvolto i suoi piccoli bambini in un lavoro con Piratepad, pensando che poi finisse lì. La sera tardi si accorse che i “piccoli” eran tutti a chattarci dentro. Le prese il terrore di averli sguinzagliati nel cyberspazio, terrore delle reazioni dei genitori…

Esplorai alla svelta ma senza trovar rimedi pronti: i pad non possono essere limitati. Dopo rapida consultazione m’improvvisai sabotatore, inondando il pad di messaggi deludenti – System failure… – suggerendo di comunicare il giorno dopo ai bambini che quello era sì un balocco divertente, ma che spesso si rompeva. (…)

Mi riporta 15 anni indietro, anche se non avevo dovuto ricorrere a quell’alta pedagogia di Andreas.

Dunque c’era uno scambio di corrispondenza tra la classe d’italiano di una mia collega, nella Svizzera francofona, e la mia di francese, nella Svizzera italofona: prima per lettere con francobolli, poi via e-mail ai quali allegavamo le lettere dei ragazzi in file .doc.

Poi abbiamo scoperto le comunità MSN: non erano ancora state ribattezzate “gruppi”, non avevano ancora pubblicità, non erano ancora morte, c’era un forum dove impostare bacheche diverse, vi si poteva archiviare documenti e fare “pagine web” semplici semplici. E c’era una chat, che però nelle nostre scuole era bloccata dagli amministratori del sistema, ma non era un problema: comunque i nostri orari di lezione non combaciavano, poi le nostre poche scorrazzate in chat esistenti non ci avevano dato voglia di gestirne una. I termini di servizio stipulavano un età minima di 13 anni, che andava giusto bene per le nostre classi, ma 1) erano solo in inglese 2) non sapevamo cos’era la situazione giuridica in Svizzera rispetto a minorenni ed interazione online.

Abbiamo chiesto ai rispettivi esperti d’informatica: loro erano bravissimi a fare ed elargirci via e-mail liste di preferiti/favoriti diramate in cartelle e sotto e sotto-sotto cartelle, ma l’internet per interagire non li interessava, solo l’internet-biblioteca. Abbiamo chiesto ai giuristi dei rispettivi dipartimenti della pubblica istruzione: a loro conoscenza, non c’era legge in merito. Beh, era il millennio scorso.

Perciò nel dubbio, la collega ed io abbiamo tradotto integralmente i termini di servizio e stampato una copia della traduzione per famiglia, assieme a un formulario dove ciascun allievo e i suoi genitori dovevano dichiarare di averli letti e, per i ragazzi, di impegnarsi a rispettarli, mentre genitori dovevano autorizzarci a creare account per i figli.

Nel frattempo, avevamo creato un account per ciascuna classe, di cui indicavamo la password all’inizio della lezione in aula d’informatica, e che cambiavamo a fine lezione, così i ragazzi non potevano usare la comunità da casa. Scrivevano i loro messaggi per i loro corrispondenti nel forum, mettendo i nomi del mittente e del destinatario nel titolo del post.

Però presto si sono accorti che un forum è sì previsto per la comunicazione differita, ma si può benissimo usare in tempo reale. Quindi una volta, quelli della mia classe lo hanno usato per chattare. Niente di volgare o scandaloso, ma scherzi… da ragazzi. Richiamarli all’ordine? Mmm, m’interessava questo loro dirottamento, quindi ho lasciato fare.

Poco prima della fine dell’ora, è apparso un messaggio: “Ma ‘soressa, queste cavolate che abbiamo scritto oggi le possono leggere tutti in internet?” Ho risposto “Com’è impostata la comunità adesso, sì. Ma la collega ed io possiamo anche renderla privata, e se farete i bravi durante le altre lezioni, rimarrà privata, altrimenti la riapriamo :-D”

Conseguenza: un certo miglioramento del comportamento, sia in aula di informatica sia in aula normale…


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#ltis13: diario 2013-04-14

(gratt)acapo/i

Ieri, copiando qui il diario fuori blog per #ltis 13 fatto su PiratePad, ho pasticciato un bel po’, soprattutto a causa degli a capo (“line breaks”).

Avevo scartato l’idea di copiare il contenuto di ciascun giorno in un post separato che avrei retrodatato alla data pertinente come si può fare con WordPress. Jim Shimabukuro lo fa per tutti i profili di autori di ETCJournal.com: post normali retrodatati a diverse date del 2008, soprattutto il 1° ottobre 2008, salvo quando si distrae e lascia la data vera, o se l’autore chiede di usare un suo profilo esistente.

Mai capito perché non usa invece pagine statiche, che sono proprio fatte per questo tipo di contenuti. La data dei post è una caratteristica fondamentale dei blog, che sono come una sfilza di email ordinati per ordine cronologico, in una specie di e-rotolo di carta igienica cronologico. Vabbé, adesso sui bordi si possono anche aggiungere merletti: elenchi di post e commenti, ultimi tweet, ecc ecc. Ma con le date dei post non va pasticciato.

Dunque scartata la retrodatazione, volevo mettere tutto il diario “pre-blog” in un solo post. Però mi serviva una specie di sommario con sotto-link per facilitare la navigazione, e siccome non son capace di scriverne uno direttamente in codice html (sbaglio sempre qualcosa nel creare le ancore), sono passata dall’editore per pagine Web di LibreOffice.

Primo piccolo (gratt)acapo: PiratePad usa i ritorni a capo invece di paragrafi veri . Quindi oltre a sostituire i  titoli puramente visivi (fatti con grassetto e grassetto sottolineato) con titoli strutturali per poter trarne un sommario, ho anche sostituito tutti gli a capo con paragrafi veri: abbastanza facile con Cerca e Sostituisci nella sorgente.

Secondo (gratt)acapo: l’idea era di copiare la sorgente LibreOffice nell’editore di post WordPress in modalità Text (sorgente). Però nella sorgente di LibreOffice ci sono degli a capo puramente visivi  per facilitare la lettura, che poi non appaiono in lettura normale – ma invece il software  WordPress traduce quegli a capo puramente visivi della sorgente in a capo veri che si vedono nel post. Ma siccome sono puramente visivi, non ci hanno  tag che si potrebbero rimuovere in una sola volta con Cerca e Sostituisci in LibreOffice, allora ho tolto i stramaledetti a capo uno ad uno nell’editore WordPress  e quindi il post l’ho pubblicato dopo mezzanotte, cioè con data di oggi…

Avrei anche potuto ricopiare le parti tra i titoli dal file  LibreOffice in modalità normale, non sorgente, però proprio perché era tardi, non ci ho pensato 😀

Stili strutturali e fruibilità

OK, nel post di ieri della copia nel diario pre-blog, volevo stili di titoli strutturali per poter trarre un sommario interattivo usabile da tutti.  Oggi non sto creando un sommario, perché questo post non dovrebbe essere  così mostruosamente lungo.  Però lo stesso, uso titoli strutturali (di livello H3 perché H1 e H2 sono già usati dalla struttura globale del blog).

Motivo: ance se  chi ci vede e non ha problemi di lettura può scorrere facilmente attraverso il testo, i titoli strutturali servono per farlo a chi deve usare un programma di sintesi vocale – come JAWS, NVDA – per leggere: i ciechi e forti dislessici ad esempio.  In effetti quei programmi di sintesi vocale non si limitano a leggere il testo dall’inizio alla fine con voce sintetica, ma permettono di spostarcisi da titolo a titolo – a patto, appunto, che siano titoli strutturali H1 H2 H3 ecc, e non cavolate puramente decorative (fatte con grassetto, sottolineato ecc)  come i soli titoli che si possono fare con PiratePad, o TextEdit su Mac, purtroppo.

Nei post di Andreas per  #ltis 13, in particolare in Ok, qualcosa su Piratepad – #ltis13, lui ha ripetutamente insistito sul fatto che PiratePad non è una piattaforma wiki.  Eppure PiratePad conserva le revisioni, consente di ripristinarne una anteriore, ha uno spazio commenti (la chat) —  come una pagina wiki, o come una pagina Google Docs o – ad uso degli autori, come un post WordPress. Una differenza, come dice lui, sta nel fatto che un pad PiratePad è UNA sola pagina, e che non ne è garantita la durabilità. Però secondo me la differenza più importante – ed irritante – sta proprio in quell’impossibilità di adoperare stili – e in particolare titoli – strutturali con PiratePad

Virgole

In Apriamo il blog #lt13. Andreas prima ci aveva chiesto di mandargli un email con oggetto “mooc” poi  dati separati da virgole: nome completo, cognome, URL del blog, eventuali nickname usati in rete, insistendo sull’importanza delle virgole e del non scrivere nient’altro.

Avevo pensato: caspita, ha un trucco per estrarre automaticamente quei dati dai nostri e-mail e per creare un file .csv (comma-separated values9. E che se ne farà, serve forse per i <a href=”http://iamarf.org/tag/sociogramma/”>sociogrammi </a> che ha usato in passato per rappresentare l'(inter)attività dei partecipanti a un corso?

Poi ha sostituito la richiesta di e-mail con un modulo Google Drive e i moduli Google Drive ti sputano le risposte belle ordinate in uno spreadsheet (foglio di lavoro / di calcolo?) pure quello GD,  che in un certo senso è la visualizzazione di un file .csv, e soprattutto che può essere scaricato come .csv.  Perché vabbé, già uno spreadsheet sarebbe una bella cosa, però appunto, cos’altro puoi combinare con un file .csv: quei sociogrammi? Oppure c’è un trucco per traadurli automaticamente in file OPML come quello che ci aveva proposto da aggiungere nei nostri aggregatori durante linf12, per seguire tutti i blog dei partecipanti? Cioè il passaggio da un file csv o perlomeno csvoide a un file xmloide si può fare con i sottotitoli, quindi perché no a un file OPML che è un file XML(oide) qnche quello. Ma non ci sarebbero un po’ troppi tipi di dati per un file OPMLoide?

Oppure arà diverse cose a partire della spreadsheet dei risultati: ne potrebbe fare una copia, tagliarvi le colonne che non servono per il file OPML, scaricarne il file .csv, trasfformarlo in file .OPML – e dalla spreadsheet completa, estrarre un .csv – ma per farne cosa?

LOL – sono proprio una filologa manquée come mi diceva G.S., a partire così per la tangente a proposito di virgole. Vedremo.

Lavello WordPress

Nel commento #84 a Apriamo il blog #lt13, annacilia aveva scritto:

,,, ho aperto il blog e scritto il primo articolo. La barra degli strumenti di scrittura è però molto povera; qualcuno sa dirmi come posso aggiungere altri comandi?

Poi nel commento #95 ha scritto:

Scusate ho risolto il problema era una sciocchezza.

Visto che il blog linkato sul suo nome è un blog WordPress, sembra che abbia scoperto il “lavello” (“kitchen sink”) della barra strumenti dell’editore di testo WordPress, che apre una seconda barra con un sacco di altri comandi, inclusi gli stili.  In gamba: io ci avevo messo mesi.

Ma perché diamine WordPress non mostra questa seconda barra strumenti automaticamente? a paura che turbi le nostre testoline?  Ma dover cliccare su un’icona chiamata “kitchen sink”per vederla non è affatto intuitivo: io vedo “Kitchn sink”, penso: “No grazie, i piatti li o già lavati” oppure “li laverò dopo”.

 


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#ltis13: copia del diario “fuori blog”

Questo post risponde alla richiesta di Andreas Formiconi in Apriamo il blog #ltis13:

Cose da fare… : (…) Iniziate a trasferire il diario che avete scritto sino ad ora nel blog, strutturandolo come preferite in uno a più post.

| 5 aprile 2013 |
| 7  aprile, mattina |
| 7 aprile sera |
| 11 aprile pomeriggio (Non solo luci)|
| 12 aprile 2013 (Coursera/AmaraNon solo luci ) |
| 13 aprile 2013 ( BlogDigital Divide Network – RSS ) |

Apro questo pad [http://piratepad.net/ltis13-calmansi] secondo i suggerimenti del 2° post del Laboratorio Tecnologie Internet per la Scuola. O 3° se si conta anche http://iamarf.org/2013/02/28/un-cmooc-sulle-tecnologie-internet-per-la-scuola-ltis13/ – insomma secondo le indicazioni di http://iamarf.org/2013/04/05/una-domanda-un-compito-e-unesplorazione-ltis13/.

Nell’URL http://piratepad.net/ltis13-calmansi del pad, la parte ltis13 sta appunto per il laboratorio, e la parte calmansi è il mio nome utente su PiratePad (e su daltre cose Web 2.0) e sta per Claude Almansi, il mio nome. Veramente su PiratePad non c’è bisogno di farsi il nome utente, salvo se si vogliono creare gruppi, e una volta ci avevo provato.

Dunque, tornando a http://iamarf.org/2013/04/05/una-domanda-un-compito-e-unesplorazione-ltis13/: Andreas Formiconi scrive:

…Il compito
Iniziate un diario. Usatelo per tracciare cosa avete fatto, i problemi che avete incontrato, come li avete risolti, ma anche pensieri e sensazioni.
Per ora scrivete il diario dove vi pare, in un Blocco note, Libreoffice, Word o quello che volete. Appena avrete messo su casa, ovvero avrete ciascuno il vostro blog, allora ci trasferirete ciò che avete scritto fino a quel momento. Da lì in poi utilizzerete il blog per continuare il diario – che potrà evolvere anche in qualcos’altro. Ma non aprite un blog ora, o se l’avete fatto aspettate a usarlo. C’è da fare dell’altro prima.
L’invito a svolgere questo compito, distribuito lungo tutto il percorso è rivolto a tutti ma va considerato obbligatorio per coloro che immaginano di richiedere i CFU alla fine. Il diario costituirà la  traccia principale che utilizzerò per determinare l’esito del percorso. …

A me fa comodo, perché il mio blog italiano http://www.webmultimediale.org/almansi/  continua a far le bizze: mi dice

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Error in <mtEntryCategories> tag: Error in <mtCategoryLabel> tag:
You used an <$MTCategoryLabel$> tag outside of the proper context.

ogni volta che provo a pubblicare un post, anche se lo pubblica lo stesso. L’anno scorso, durante il percorso LT12, non l’avevo capito, allora riprovavo e riprovavo: risultato: decine di cloni del post. Prima li avevo tenuti come “evidence”, qualche giorno fa li ho cancellati quando ho postato i due ultimi pezzi “Navigare Meglio” – con l’ultimo, appunto su questo Laboratorio.

Però veramente anche PiratePad sta facendo le bizze stasera, riconnettendosi ogni 1-2 secondi. Da qui lo stile a singhiozzi di questo testo. Riproverò più tardi.

7 aprile, mattina

Ieri ho riprovato piratepad e funzionava, ma non aggiunto nulla  qui: ho tolto. Cioè nei commenti a http://iamarf.org/2013/02/28/un-cmooc-sulle-tecnologie-internet-per-la-scuola-ltis13/  diversi altri partecipanti hanno riportati problemi con PiratePad il 5 aprile, quindi probabilmente c’era un problema generale con il server.

Ieri mattina, il 6 aprile, andava meglio, appunto. Ma quando ho provato a vedere dove portavano i due hashtag che avevo inserito – quello del laboratorio, [diesi]ltis13 e uno [diesi]italiano che si può inserire tramite l’icona con le bandierine – le pagine risultanti http://piratepad.net/ep/search/?query=italiano  e http://piratepad.net/ep/search/?query=ltis13 dicevano:

Tag searching has been disabled due to performance and stabilityreasons, searching will be activated as soon as an optimization on the search routines has been put in place.
The goal of this change is to make Piratepad more stable and to not suffer the periods of downtime it has for a while now.
We’re sorry for the inconvenience.

Quindi ho tolto i 2 hashtag, visto che comunque non servivano, e forse creavano problemi. E comunque rimangono nella revisione precedente, http://piratepad.net/ep/pad/view/ltis13-calmansi/QK1AcakKGv.

Tra i commenti a http://iamarf.org/2013/02/28/un-cmooc-sulle-tecnologie-internet-per-la-scuola-ltis13/, più precisamente alla richiesta che cominciassimo un diario ‘pre-blog’, alcuni riguardano il ‘cosa scrivere’, ma molti il ‘con quale strumento scrivere’ – e diversi il ‘come tener traccia dei contenuti di tutti quei commenti’.

Su quel tener traccia, matzlanz – http://matzlanz.wordpress.com/ – nel commento 122 http://bit.ly/XlpXK5 – ha scritto:

ciao @angela a proposito degli strumenti googlocratici credo che le mie idee, per il diario partiranno da https://drive.google.com/keep/ volevo provare ad etichettare le note e vedere se riesco a ritrovarle.

E io ieri ho provato a farmi un formulario Google Drive http://bit.ly/Y5M58l per inserire schede sui commenti in un foglio di lavoro pure Google Drive http://bit.ly/Y5MjfU perché non riesco a scrivere direttamente in un foglio di lavoro, desktop o online. Ho rinunciato dopo aver schedato i primi 8 commenti a http://iamarf.org/2013/02/28/un-cmooc-sulle-tecnologie-internet-per-la-scuola-ltis13/, il post ‘pre-cMOOC’ di Andreas. Ci vuole troppo tempo.

Diigo? Un altro modo sarebbe di fare un segnalibro Diigo per ogni permalink di commento, taggandolo con parole chiave, poi condividere il segnalibro in https://groups.diigo.com/group/ltis13, il gruppo Diigo che abbiamo pre-impostato per il cMOOC. Però:

  • È presto per introdurre il social bookmarking (e ho già sovvertito l’ordine previsto menzionando Scroogled a proposito della ‘googlocrazia’ come dice matzlanz – vedi il commento 130 http://bit.ly/ZfDD5H di Andreas).

  • Sarebbe troppo invasivo

  • Sarebbe una pizza, a meno di organizzare un gruppetto di taggatori che si suddivida la pizza.

Però è tentante, perché ogni tag avrebbe il suo bravo RSS feed, che lo renderebbe booleianamente abbinabile con ogni altro tag per produrre percorsi di lettura.

Ma c’è una specie di hubris forse, nel cercare di tener traccia di tutto. Forse è meglio leggerci i commenti, ricordare i temi che ci interessano, poi rileggerci i commenti su un tema dato adoperando Ctrl F.

Comunque ci ho provato lo stesso, però senza aggiungere ogni link al gruppo, per ora: vedi https://www.diigo.com/user/calmansi/%23ltis_commento – per ora condiviso globalmente con il gruppo come https://www.diigo.com/user/calmansi/%23ltis_commento
.

Gli (I ?) RSS feed sono appunto il tema del post successivo del cMOOC: http://iamarf.org/2013/04/06/come-seguire-le-fonti-in-internet-ltis13/. Nei commenti, qualche rimpianto per la scomparsa di Google Reader.

Beh fa parte della Googlocrazia che ci ha dato poi tolto Wave, i (gli?) Knol, il Buzz… ed è anche detto espressamente nei Termini di servizio di Google http://www.google.com/intl/it/policies/terms/:

Modifica e interruzione della fornitura dei Servizi

Ci adoperiamo costantemente per modificare e migliorare i nostri Servizi. Potremmo aggiungere o rimuovere funzionalità o caratteristiche e potremmo sospendere o interrompere del tutto la fornitura di un Servizio….

(io veramente mi sarei abbonata via e-mail ai post e ai commenti del blog di Andreas, old fashioned, vero?)

Serendipità: E adesso Andreas ha pubblicato un nuovo post: http://iamarf.org/2013/04/07/un-esempio-di-serendipita-ltis13/ con sondaggio per dire se siamo pronti a proseguire: se si vuol fiatare non si risponde. Per ora non ho risposto, perché volevo andare avanti con i segnalibri dei commenti, ma al diavolo, sarò old fashioned ma so anche multitaskare da decenni – come tutte le donne, forse. Quindi vado a votare.

7 aprile sera

Vista la domanda di Dina in http://iamarf.org/2013/04/05/una-domanda-un-compito-e-unesplorazione-ltis13/#comment-13323  sull’allegare file Word, ci ho provato qui: quindi la revisione 13  http://piratepad.net/ep/pad/view/ltis13-calmansi/0xQofLKXXl – offre la traduzione francese delle “Just So Stories” di Kipling di cui mi ero fatta un e-libro da portare sul tablet. Veramente nella versione .txt: PiratePad mi ha rifiutato quella .odt formattata da cui avevo fatto il PDF.

11 aprile pomeriggio

Tra l’8 aprile e oggi: accompagnamento nell’esplorazione computer della signora (lunedì) e del signore (mercoledì) X, vedi sotto. Dentista martedì e oggi.

Continuazione della taggatura in https://www.diigo.com/user/calmansi/luogoabitanti dei commenti a  http://iamarf.org/2013/04/03/ltis13-il-luogo-e-i-suoi-abitanti/  che avevo incasinata inseguendo una serie di scambi. Quella la vorrei finire, anche se non intendo taggare tutti i commenti di del cMooc, però almeno incomincio a vedere come la cosa si potrebbe organizzare collaborativamente.

Lettura dei nuovi post del cMOOC e dei commenti (anche se non li taggo più, la taggatura precedente me li fa leggere diversamente, per filoni tematici), + qualche commento mio – http://iamarf.org/2013/04/09/ok-qualcosa-su-piratepad-ltis13/#comment-14041; http://iamarf.org/2013/04/09/a-coloro-che-temono-di-perdersi-qualcosa-ltis13/#comment-14078 – ma anche in http://moocoholic.wordpress.com/2013/04/03/mookie/.

E mentre ri-rispondevo a Mookie, mi sono accorta che quei **** di Coursera hanno cancellato il loro team Amara che oltre alla correzione dei loro sottotitoli automatici e la traduzione del risultato corretto, permetteva ai partecipanti ai corsi conclusi di almeno ritrovare i video delle lezioni, visto che tutto il resto del materiale scompare a fine corso. La cancellazione del team li ha sparpagliati senz’ordine in Amara.

Da qui: taggatura delle versioni Amara dei video del MOOC Digital Signal Processing (cui partecipo) che prima erano radunati nel team, sotto https://www.diigo.com/user/calmansi/dsp%20formerly_amara_official, completamento della lista in  https://share.coursera.org/wiki/index.php/DSP:Subtitles, commento allo thread “how to find my Coursera video in Amara” http://support.amara.org/support/discussions/topics/12894  iniziato da Daisy sul forum di aiuto di Amara, con poca speranza di risposta visto che la domanda di Daisy è rimasta inevasa da 3 mesi ma non si sa mai.

(Qualche giorno fa ho cambiato la mia ID su quel forum da Claude Almansi a calmansi justanAmarauser per evitare malintesi: vedi gli ultimi scambi con Eri Pançi in  http://support.amara.org/support/discussions/topics/16839 – ma se quelli di Amara continuano a concottare revisioni assurde del software mirate ai loro utenti paganti senza interagire con gli user hoi polloi sul forum, alla fine faranno fatica a trovare volontari per i loro schemi a pagamento di crowdsourced subtitling)


Non solo luci

Copio qui un commento troppo lungo al post  http://iamarf.org/2013/04/11/non-solo-luci-ltis13/ di Andreas: forse qui mi riesce accorciarlo. Oppure lì ne faccio un altro sulle app che ti chiedono di lasciarle fare cose capestre in altri tuoi account: cfr di nuovo Amara con quella stronzata madornale della sincronizzazione degli account YouTube con sottotitoli Amara [fatto in  http://iamarf.org/2013/04/11/non-solo-luci-ltis13/#comment-14146]:

Accompagno una coppia di pensionati adorabili nella loro esplorazione del computer e della rete. A turno, perché come ha dichiarato la moglie, iniziatrice di quell’informatizzazione che ha già fatto un corso formale, altrimenti litigano. Beh, lei permette al marito di assistere purché stia zitto, ma quando spetta a lui, lei preferisce andare a far la spesa.

Lei ha due account e-mail: uno hotmail che gestisce con explorer, uno gmail che gestisce con chrome. Ha impostato chrome in farsì (sono iraniani) e explorer in francese (“così capisco dove sono,” mi spiega) . La prima volta che ci siamo viste, mentre controllava la posta, mi ha chiesto:

– Ma cosa sono queste password che devo mettere per vedere le mail? A cosa servono?
– Beh, sono come i codici PIN per i conti bancari.

Ah.” Ci pensa su, poi: “Una cosa seria, allora.”

La seconda volta mi annuncia che prima vuol ascoltare canzoni che un’amica le ha dato su una chiavetta USB, poi creare un account facebook per vedere le foto che le figlie vi condividono.

Cominciamo con la chiavetta. “Quando cerco di aprire una canzone mi arriva un messaggio lungo che non capisco,” mi dice (parla un francese perfetto, ma fa più fatica a leggerlo). Rifacciamo. In effetti, appare un messaggio della Microsoft che dice in sostanza che i file di quella chiavetta sono estratti da un CD sotto copyright, che pertanto lei deve scaricare una licenza d’uso personale, e che la Microsoft terrà traccia di tutti gli ascolti di ciascun file su qualsiasi computer. La signora capisce, però le sembra una cosa molto bizzarra. Confermo che lo è, e le dico che ha la scelta: scaricare quella licenza-spia per ascoltare le canzoni o rinunciare ad ascoltarle. Scarica la licenza, ma nella consapevolezza di quel che fa, almeno.

Passiamo alla creazione dell’account Facebook: come descrive Andreas, solo che lei vede la frase sulle condizioni d’uso e la privacy. Apre il link delle condizioni d’uso, in francese pure quelle. Leggiamo assieme il primo paragrafo, poi lei da un’occhiata alla barra di scorrimento: “Ma la pagina è ancora molto più lunga, poi c’è ancora la dichiarazione sulla privacy! Come fa la gente a leggere tutta quella roba?” “Beh, su circa un miliardo di utenti Facebook, è probabile che molti in realtà non leggano queste cose prima di creare un conto. Veda lei: visto che lo vuole solo per vedere le foto condivise in famiglia dalle sue figlie, può anche mettere pochissimi dati.” Fa così.

</commento non aggiunto>

12 aprile 2013

Coursera/Amara

Copia delle ultime attività del team Coursera di Amara: visto che PiratePad non conserva gli hyperlink, in  http://www.webmultimediale.org/almansi/2013/04/copia_delle_ultime_attivita_de.html.

Non solo luci

Ho resistito alla tentazione di aggiungere il link a “Banned on Facebook – When Facebook Doesn’t Like You [Feature]” http://www.makeuseof.com/tag/the-travails-of-banned-users/ nei commenti a http://iamarf.org/2013/04/11/non-solo-luci-ltis13/, perché c’erano già molti commenti su Facebook. Invece l’ho aggiunto nel gruppo Diigo per ltis13: https://groups.diigo.com/group/ltis13.

13 aprile 2013

Blog

Ieri Andreas ha annunciato il post su aprire i nostri blog per ltis 13 questo week-end. Non so ancora se userò http://www.webmultimediale.org/almansi/, o https://almansi.wordpress.com/, o se me ne farò uno nuovo.

Ma penso di preparare il 1° post con tutta la roba di questo pad, cambiando i ***** grassetto sottolineato e grassetto di PiratePad in stili gerarchici razionali, per poter fare un sommario, come avevo fatto in http://etcjournal.com/2010/12/26/of-cows-captions-and-copyright/.

Il primo blog l’avevo aperto con blogger.com (che Google non si era ancora pappato) il 30 agosto 2002: http://adisi.blogspot.com. Adesso rimane soltant l’ultimo post del 19 ottobre 2006, che annunciava il trasferimento a http://adisi.livejournal.com/ perché il blog lo scrivevamo Giovanni Rengucci ed io, e livejournal offriva l’interfaccia in francese, che Giovanni sa benissimo, mentre l’inglese meno. Ma su livejournal avevo trasferito selvaggiamente tutti i post del primo blog, facendo il copia-incolla dei post di tutto un mese in un solo post che retrodatavo al 1° del mese pertinente: da qui qualche post assai incasinato, perché trascinavo un mucchio di indicazioni XML della “cornice” che i post non digerivano.

Il primo l’avevo aperto perché nella mailing list http://groups.yahoo.com/group/wwwedu (creata da Andy Carvin, che allora era altrove, non su yahoo) c’era un’appassionata discussione sui blog che alcuni chiamavano weblog. Weblog = diario di bordo sul web, fin lì ci arrivavo, ma il concetto non mi era chiaro. Allora ho fatto una ricerca con Google e il primo risultato era blogger.com.

[Mmm sembra che PiratePad e/o la mia connessione stiano facendo le bizze da finesettimana]

Quindi ho guardato blogger.com e ho pensato “Tombola, è  proprio quel che cercavamo per il notiziario di ADISI!” (ADISI = Associazione di Diritto Informatico della Svizzera Italiana, fondata da Giovanni Rengucci, dove sono stata incaricata dell’informazione dal 2002 al 2006) Giovanni m’ha dato l’OK e ho aperto il blog.


Digital Divide Network – RSS

Andy Carvin gestiva anche un’altre mailing list chiamata Digital Divide Network o DDN dal 1999. A gennaio 2004, ha lanciato la piattaforma DDN dove gli utenti avevano ciascuno il proprio blog, potevano creare comunità per gestire progetti, condividere informazioni ecc. E soprattutto c’era un fottío di feed RSS.

(Avevo avuto il piacere di essere tra i beta-tester a fine 2003. Come beta-tester sono brava: combino casini che gli sviluppatorimanco si sognano che possano accadere, e su DDN ne ho combinati tanti. Ma grazie alla formazione di interprete, ho una buona memoria a breve termine, quindi posso descrivere abbastanza precisamente cos’ho fatto appena prima che scoppii il caos)

Adesso il sito della piattaforma – http://www.digitaldivide.net/ – rimane soltanto allo stato di archivio museale statico, però molte cose si possono recuperare tramite la Wayback Machine dell’Internet Archive. Ad esempio: “What’s RSS and Why Should I Care About It?” di Andy Carvin, del 7 Dicembre 2004  http://web.archive.org/web/20051210053217/http://www.digitaldivide.net/articles/view.php?ArticleID=68   che iniziava:

You may have noticed recently that lots of websites now contain little graphical buttons with the word XML on them. For example: [pulsante arancione rettangolare con le lettere XML]. When you click on the button, all you see is a bunch of jumbled text and computer code. What’s this all about? It’s an RSS feed, and they’re changing the way people access the Internet. (…)

Oggi, quando clicchi sull’icona di un feed RSS – come quella che Andreas ha inserito in http://iamarf.org/2013/04/08/come-seguire-le-fonti-in-internet-ii-ltis13/, ti arriva una bella lista pulita con titoli linkati in grassetto, breve descrizione e elenco dei file inseriti e scaricabili, perché ormai, sin da Firefox 1.0, i browser quel “bunch of jumbled text and computer code” te lo interpretano “per umani” (per riprendere la terminologia delle licenze Creative Commons).

Più bello e più comodo, certo. Però quel “jumble” alla fine non era mica tanto un jumble, ordinatissimo anzi, e istruttivo – anche se per scrivere “Firefox 1.0 è uscito oggi. Novità: il “newsreader incorporato” ” (http://adisi.livejournal.com/20329.html – 9 novembre 2004) mi ero dovuta far aiutare da Mahdi Mezher, che lui l’XML lo leggeva correntemente.

Ed è stato anche Mahdi ad impostarci in XML il feed per il podcast di Tam Tam, la trasmissione radiofonica di ADISI: aveva scritto la testa, la coda e un primo item del feed: così Giovanni ed io ricopiavamo semplicemente quell’item cambiando i dati per la nuova trasmissione (poi ne avevamo fatto una versione umanizzata via feedburner per i lettori: http://feeds.feedburner.com/AdisiPodcast). Ogni tanto ci dimenticavamo di cambiare un dato, allora il feed appariva un po’ strambo, ma era facile correggere.

E mi è servito anche nel 2007, quando ho iniziato a partecipare a Webmultimediale.org, per imparare a sottotitolare i video. Allora usavamo SMIL, e creare un file SMIL e un file di sottotitoli con MAGpie era facile, ma non riuscivo a capire come quel file SMIL poteva far girare quello dei sottotitoli con i video – finché l’ho aperto con un editore di testo era come quello del podcast, ma più semplice.

[Fine del diario “fuori blog” per #ltis13: perché Andreas ha pubblicato http://iamarf.org/2013/04/13/apriamo-il-blog-ltis13/ quindi sto copiando quanto scritto finora qui.]